25 febbraio 2021
La Corte di giustizia europea, con sentenza del 2 marzo resa nella causa C-746/18, si pronuncia ancora sul tema del bilanciamento tra esigenze investigative e privacy. L’aspetto più innovativo della sentenza è l’esigenza di rendere selettiva e mirata la conservazione dei tabulati, sulla base del tipo di dati, della durata della conservazione, della commissione o meno di reati gravi. La CGUE infatti pone l’accento sulla invasività della data retention nella vita privata dei cittadini e sulla necessità di un vaglio in questo senso da parte di un’autorità terza (quale può essere un giudice).